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Alberti, Rafael.

Poeta spagnolo. Andaluso di origine, esordì nel mondo letterario con la raccolta Marinaio a terra (1924), con la quale si aggiudicò il Premio nazionale di letteratura. A questa prima opera seguirono nel 1926 La amante, con liriche che descrivono il paesaggio spagnolo, colto dal finestrino del treno; nel 1929 Calce e pietra; nel 1929 Degli angeli, che aprì la strada al Surrealismo spagnolo. La sua militanza politica iniziò nel 1931. Dopo il viaggio in Unione Sovietica (1932), dal 1934 diresse, insieme alla moglie Maria Teresa León, la rivista di stampo rivoluzionario "Octubre" e partecipò attivamente alle vicende della guerra civile spagnola del 1936-39. Il precipitare della situazione politica lo spinse a un maggiore impegno civile nell'opera letteraria; appartengono a questa fase la raccolta Con le scarpe indosso devo morire (1930) e il lavoro teatrale Da un momento all'altro (1939). L'instaurazione del regime franchista lo costrinse all'esilio (dal 1939 al 1975), trascorso tra la Francia, il Messico, l'Argentina e l'Italia; durante questi anni A. continuò a dedicarsi all'attività poetica, realizzando opere come: Alla pittura (1948); Ritorni del vivo lontano (1952), malinconica rievocazione della vita passata; Roma, pericolo per i viandanti (1968), che si ispira allo stile di G. Belli; Gli otto nomi di Picasso (1970). Con il ripristino della democrazia A. tornò in Spagna, dove continuò a scrivere pubblicando ogni due mesi su "El País" un nuovo capitolo della sua autobiografia L'albereto perduto. Tra le altre raccolte ricordiamo: Prose trovate (1970), Canzoni dell'alta valle dell'Aniene (1972), I figli del drago e altre poesie (1986), Canzoni per Altair (1989). Anche per il teatro A. scrisse opere significative: L'uomo disabitato, Lo spauracchio (1944), Il trifoglio fiorito (1946), Notte di guerra nel Museo del Prado (1956), La lozana andalusa (1963) (El Puerto de S. Maria, Cadice 1902-1999).